Diocesi di Scala

La diocesi di Scala (in latino: Dioecesis Scalensis) è una sede soppressa e sede titolare della Chiesa cattolica.

Scala
Sede vescovile titolare
Dioecesis Scalensis
Chiesa latina
Sede titolare di Scala
L'ex cattedrale di San Lorenzo
Arcivescovo titolareEdward Joseph Adams
Istituita1968
StatoItalia
RegioneCampania
Diocesi soppressa di Scala
Suffraganea diAmalfi
Eretta987
Soppressa27 giugno 1818
incorporata nell'arcidiocesi di Amalfi
Dati dall'annuario pontificio
Sedi titolari cattoliche

Territorio

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La diocesi era posta sul versante meridionale della penisola sorrentina, lungo la costiera amalfitana, e comprendeva il solo abitato di Scala ed il territorio circostante. La diocesi era molto piccola, così come le altre due diocesi nelle vicinanze di Scala, ossia Ravello e Minori. «Sembra altronde incredibile - scrive Matteo Camera - come abbiansi potuto erigere contemporaneamente tre vescovadi alla distanza di circa un miglio, come furono Scala, Ravello e Minori».[1]

Cattedrale della diocesi era la chiesa di San Lorenzo. Il capitolo era composto, nel Settecento, da 5 dignitari e 13 canonici.[2]

Storia

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Secondo quanto riferisce Ferdinando Ughelli, la diocesi di Scala venne eretta sul finire del X secolo, in occasione dell'elevazione di Amalfi a sede metropolitana; tale erezione fu confermata da papa Giovanni XV, che il 30 novembre 987 consacrò primo arcivescovo Leone II nella basilica lateranense a Roma. Nello stesso anno furono erette a sedi vescovili, suffraganee della nuova provincia ecclesiastica, le città di Scala, Minori, Lettere e Capri; e Sergio fu consacrato primo vescovo di Scala.

Studi recenti mettono in dubbio questo dato tradizionale, a cui hanno attinto tutti gli storici successivi, e sostengono la tesi secondo cui Scala fu eretta a diocesi sul finire dell'XI secolo per volere dell'aristocrazia amalfitana o dell'arcivescovo della città, come risposta all'elevazione di Ravello a sede episcopale (1086), immediatamente soggetta alla Santa Sede.[3]

Dopo Sergio, nulla si conosce del secondo vescovo riportato da Ughelli nella sua Italia sacra, Alessandro, documentato nel 1118 in monumentis Cavensis monasterii, di cui tuttavia acta ignorantur.[4] Seguono il vescovo Orso, che prese parte alla dedicazione della chiesa di San Giovanni il 6 agosto 1144; e un altro vescovo di nome Alessandro, documentato dal 1171 al 1192. Questi ricevette, il 13 marzo 1192, la bolla In Apostolicae Sedis specula, con la quale papa Celestino III definiva i confini della diocesi di Scala e concedeva ai canonici della cattedrale il diritto di eleggere il vescovo.

Nel territorio diocesano si trovavano diversi luoghi di culto di antica memoria. Sul monte Scalensis, in località Tavernata, esisteva un monastero, dedicato ai Santi Benedetto e Scolastica, documentato fin dal 907[5]; sono poi attestati dal 1019 il monastero di Santa Maria de Fontanella e la chiesa di San Marciano; e la chiesa di San Giovanni è menzionata per la prima volta nel 1035.[6] La cattedrale di San Lorenzo, risalente a prima del XII secolo, fu rifatta nelle forme attuali nel XIV secolo.

Pur ridotta nelle sue dimensioni, la diocesi possedeva un numero spropositato di parrocchie, una trentina circa, ridotte a diciotto dal vescovo Petruccio da Penne (1395-1418).[7]

Il 30 luglio[8] 1603 la diocesi fu unita aeque principaliter alla diocesi di Ravello, con la clausola che Ravello continuasse ad essere soggetta direttamente alla Santa Sede, mentre Scala rimanesse nella provincia ecclesiastica amalfitana.

Nell'ambito della riorganizzazione delle circoscrizioni ecclesiastiche del regno napoletano, la diocesi di Scala fu soppressa il 27 giugno 1818 in forza della bolla De utiliori di papa Pio VII e il suo territorio incorporato in quello dell'arcidiocesi di Amalfi.

Dal 1968 Scala è annoverata tra le sedi vescovili titolari della Chiesa cattolica; dal 24 agosto 1996 l'arcivescovo, titolo personale, titolare è Edward Joseph Adams, già nunzio apostolico nel Regno Unito.

Cronotassi

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Vescovi

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Vescovi titolari

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  1. ^ D'Avino, Cenni storici…, p. 18.
  2. ^ Eubel, Hirarchia catholica…, VI, p. 353, nota 1.
  3. ^ Errico Cuozzo, La nascita della diocesi di Ravello (a. 1086): un episodio della ristrutturazione diocesana nel Mezzogiorno dell'XI secolo, in "Atti della Giornata di studio per il IX centenario della fondazione della diocesi di Ravello, Ravello 1986", Ravello, 1987, pp. 45-52; Errico Cuozzo, Alle origini della diocesi di Scala, in "Scala nel Medioevo, Atti del Convegno di studi, Scala 1995", Amalfi, 1996, pp. 77-84.
  4. ^ Ughelli, Italia sacra, VII, col. 327.
  5. ^ Kehr, Italia pontificia, VIII, p. 395.
  6. ^ Aceto, Ravello e Scala, Enciclopedia dell'Arte Medievale.
  7. ^ Cappelletti, Le Chiese d'Italia…, XX, p. 613.
  8. ^ Eubel, Hierarchia catholica, IV, pp. 292 e 306.
  9. ^ a b c d e f g h i Kamp, Kirche und Monarchie…, I, pp. 416-420.

Bibliografia

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Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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