Italiano: L’emblema, nell’associare l’ancora all’aquila, trae ispirazione da quello adottato dalla Regia Marina (17 marzo 1861 – 18 giugno 1946 ).
Il colore prevalente è dato dal metallo grigio e opaco, che richiama la sobrietà e l’essenzialità del ferro che cinge le navi della Marina militare, oltre ad essere il colore simbolico degli anni che passano, di una tradizione che resiste al tempo e della materia cerebrale, ossia della saggezza e dell’esperienza accumulata.
In secondo piano, nella parte superiore, emerge la cigala e il ceppo di una possente ancora, mentre nella parte inferiore spiccano le sue marre e il suo diamante, sul quale è incisa la lettera “L”, a indicare l’autore del bozzetto (1°Mrs Lupi Davide). L’ancora, sin dai tempi più lontani, è il riferimento inconfondibile del mondo marinaro, in cui la Marina è prima protagonista, ma è anche il simbolo di un legame saldo, profondo, resistente e invincibile, come il legame fra il marinaio e i valori umani e professionali che da sempre gli appartengono. L’ancora è anche simbolo di sicurezza, stabilità e fedeltà alle Istituzioni, nonché di speranza rivolta verso il futuro, quale buon auspicio per una vita felice e luminosa. Con l’ancora si intende inoltre “ancorare” alla dimensione marittima l’aquila che la sovrasta e, in particolare, ciò che essa simboleggia. L’aquila è il richiamo al nostro glorioso passato, essendo ispirata a quella imperiale della storia di Roma, uccello predatore dall’imponente apertura alare, simbolo del potere e dell’autorità dello Stato armato, garante di ordine e giustizia. L’aquila è anche simbolo di potenza cosmica, di dominio dell’aria, richiamando lo strumento strategico della portaerei (peraltro il nome del rapace fu assegnato alla prima portaerei), che ha consentito all’Italia di unirsi al ristrettissimo cerchio di paesi che possiedono tale formidabile capacità di proiezione di potenza sul mare e dal mare. L’aquila è luce, cielo e forze supreme e si contrappone al serpente, che è oscurità, terra e forze ctonie. L’aquila nutrendosi di serpenti, incarna idealmente il trionfo del bene sul male, la vittoria dell’elemento olimpico su quello titanico. Capace di volare alto, riesce a guardare oltre, con lungimiranza e in modo scevro da terrestri condizionamenti, prevedendo il futuro sulla base di quanto è già accaduto. Lo stemma è contornato da un cavo torticcio e sormontato dalla classica corona turrita e rostrata, mentre al suo interno gli artigli dell’aquila stendono con fierezza l’iscrizione “CINCNAV”, contrapposti a tre stelle dorate che, nella parte superiore, indicano il livello del Comando, cui si aggiunge, sul petto dell’aquila, il jack della Marina, richiamando così lo stemma araldico della Forza Armata, nonché l’emblema che questo sostituisce. Il tradizionale motto “PRO MARIS SECURITATE” è riportato sul cartiglio posto sotto l’emblema.